Nella Scrittura il prestito, non tanto il dono o l’elemosina, è presentato come l’azione che indica apertura e relazione verso l’altro mettendo in primo piano la sua responsabilità di adulto, viene stimolata la sua creatività, le sue capacità a cui egli dovrà attingere per poter restituire quanto ricevuto. Con l’istituto del prestito è possibile , inoltre, instaurare una relazione di reciprocità che si snoda nel tempo: chi presta si priva di qualcosa che poi potrà ricevere di nuovo come dono. Una relazione di reciprocità significa una mano aperta per prestare, e allo stesso modo aperta per accogliere di nuovo qualcosa in dono.
Nel solco della tradizione giubilare della remissione dei debiti (cfr. Levitico25, 8-28) si aggiunge così un ulteriore valore comunitario: il progetto, infatti non è solo una operazione finanziaria.
Alla Comunità ecclesiale si chiede di agire non solo in termini di ascolto dei bisogni delle persone in difficoltà ad accedere al credito ordinario (singole persone con fragilità sociale, famiglie indebitate, etc..) e poi di dare loro un supporto nell’iter insieme agli altri soggetti previsti dal progetto
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